Handel*, Il Pomo d'Oro, Maxim Emelyanychev - Agrippina

Sinfonia
Nerone, amato figlio (1. Akt)
Col saggio tuo consiglio
Per così grand'impresa
A' cenni tuoi sovrani
La mia sorte fortunata
Or che Pallante è vinto
Umile alle tue piante
Volo pronto, e lieto il core
Quanto fa, quanto puote
L'alma mia fra le tempeste
Qual piacer a un cor pietoso
Amici, al sen vi stringo
Ecco chi presto fia Cesare a Roma
Voi, che dell'alta Roma
Il tuo figlio
Ma qual di liete trombe
Allegrezza, allegrezza!
Che sento!
Alle tue piante, o Augusta
Augusta, amo Poppea
Tu ben degno
L'ultima del gioir meta gradita
Lusinghiera mia speranza
Vaghe perle, eletti fiori
Otton, Claudio, Nerone
Signora, o mia signora!
Di lieta nuova apportator io sono
Perché invece di Claudio
E un foco quel d'amore
Ma qui Agrippina viene
Ho un non so che nel cor
Cieli, quai strani casi
Non veggo alcun
Pur ritorno a rimirarvi
Ma, oh ciel, mesta e confusa
Vieni, o cara
Che mai farò?
Signor, signor, presto fuggiamo!
E quando mai
Pur al fin se n'andò
O mia liberatrice
Non ho cor che per amarti
Se Ottone m'ingannò
Se giunge un dispetto
Dunque noi siam traditi? (2. Akt)
Coronato il crin d'alloro
Roma, più ch'il trionfo
Vorspiel
Ecco il superbo
Di timpani e trombe
Nella Britannia vinta
Cade il mondo soggiogato
Signor, quanto il mio core
Nulla sperar da me
E tu Poppea, mio bene?
Tuo ben è 'l trono
Soccorri almen Nerone!
Sotto il lauro ch'hai sul crine
Scherzo son del destin
Otton, qual portentoso fulmine
Voi che udite il mio lamento
Spera, alma mia
Il tormento d'Ottone
Par che amor sia cagion del suo martire
Vaghe fonti
Ma qui che veggo
Fantasmi della mente
Ti vuò giusta e non pietosa
Da quali ordite trame
Ingannata una sol volta
Pur alfin ti ritrovo!
A non pochi perigli
Son qui, mia vita
Col peso del tuo amor
Qual bramato piacere
Quando invita la donna l'amante
Pensieri, voi mi tormentate
Sebben nemica sorte
Col raggio placido
Di giunger non dispero al mio desire
Or è tempo, o Narciso
Spererò, poiché me 'l dice
Per dar la pace al core
A vagheggiar io vengo
Signor, Poppea
Basta che sol tu chieda
Favorevol la sorte oggi m'arride
Ogni vento, ch'al porto lo spinga
Il caro Otton al precipizio io spinsi (3. Akt)
Ah mia Poppea
Tacerò, purché fedele
Attende qui Nerone e Claudio ancora
Anelante ti reco, o mia diletta
Coll'ardor del tuo bel core
Amico ciel, seconda il mio disegno!
Qui non v'è alcun, signore
Temerario, insolente!
Ora, Claudio, che dici?